La Rabiosa siamo noi
I SOCI
“Ci siamo chiesti se non potevamo dare un contributo per tornare ad un tipo di società che funzioni meglio. Abbiamo così deciso di tornare al vino naturale, ad una coltura dimenticata della nostra terra, alle cose limitate ma differenti”
Santo, Gianni, Alessio, Gianluca.
“Ci siamo chiesti se non potevamo dare un contributo per tornare ad un tipo di società che funzioni meglio. Abbiamo così deciso di tornare al vino naturale, ad una coltura dimenticata della nostra terra,
alle cose limitate ma differenti”
Santo, Gianni, Alessio, Gianluca.
Santo Boggian
“L’uomo è come la selvaggina, può anche emigrare ma il proprio posto di origine rimane sempre nel suo dna.”
Sarebbe facile dire che è il più vecchio tra i protagonisti di questa storia ma non sarebbe la verità. l’anagrafe è solo una convenzione sociale spesso bugiarda. Se la vita si misura con l’entusiasmo, la passione, la fiducia allora Santo è un ventenne ancora alla ricerca di qualcosa che vada oltre le solite convenzioni, i luoghi comuni, tutto quello che appare predestinato. E questo fin da bambino.
“Mi ha sempre interessato realizzare cose. Vivere esperienze che potessero arricchirmi, magari anche semplici ma che potessero migliorare la mia vita. La mia filosofia di vita è sempre stata quella di prendere atto della realtà e imparare a conviverci. Il denaro l’ho sempre visto come il mezzo per sostenere anche le filosofie etiche della vita che sono destinate a morire se non sono sostenute dal punto di vista economico”.
È da queste riflessioni che La Rabiosa inizia a trovare la sua prima forma. “Mi è nata l’idea di mettersi insieme, con una conduzione alternativa alla gestione di impresa, riscoprendo qualcosa di nuovo che fondasse però le sue radici nel passato”.
È così che La Rabiosa assume la sua forma completa, un’azienda dove la vite, l’agricoltura e il rispetto assoluto dell’ambiente si muovono in assoluta coerenza e sintonia. “La mia natura mi porta a tenere a galla il mio territorio e ricostruire una terra vivibile nel tempo”.
Santo Boggian
“L’uomo è come la selvaggina, può anche emigrare ma il proprio posto di origine rimane sempre nel suo dna.”
Sarebbe facile dire che è il più vecchio tra i protagonisti di questa storia ma non sarebbe la verità. l’anagrafe è solo una convenzione sociale spesso bugiarda. Se la vita si misura con l’entusiasmo, la passione, la fiducia allora Santo è un ventenne ancora alla ricerca di qualcosa che vada oltre le solite convenzioni, i luoghi comuni, tutto quello che appare predestinato. E questo fin da bambino.
“Mi ha sempre interessato realizzare cose. Vivere esperienze che potessero arricchirmi, magari anche semplici ma che potessero migliorare la mia vita. La mia filosofia di vita è sempre stata quella di prendere atto della realtà e imparare a conviverci. Il denaro l’ho sempre visto come il mezzo per sostenere anche le filosofie etiche della vita che sono destinate a morire se non sono sostenute dal punto di vista economico”.
È da queste riflessioni che La Rabiosa inizia a trovare la sua prima forma. “Mi è nata l’idea di mettersi insieme, con una conduzione alternativa alla gestione di impresa, riscoprendo qualcosa di nuovo che fondasse però le sue radici nel passato”.
È così che La Rabiosa assume la sua forma completa, un’azienda dove la vite, l’agricoltura e il rispetto assoluto dell’ambiente si muovono in assoluta coerenza e sintonia. “La mia natura mi porta a tenere a galla il mio territorio e ricostruire una terra vivibile nel tempo”.
Gianluca Morello
“Voglio entrare completamente nel mondo dell’agricoltura. Ma non perché il mio lavoro non mi abbia regalato delle soddisfazioni ma perché voglio concentrarmi maggiormente in cose che amo fino in fondo.”
Il “Falegname predestinato” del gruppo. “Subito in tenera età, come tutti i figli dei falegnami della zona, sono stato inserito in falegnameria a fare mobili e da quel giorno non ha mai abbandonato il settore”.
Ma la vita non è mai come appare.
“Questo mondo, però, non mi è mai appartenuto o meglio, non mi ha mai reso completo”.
E con La Rabiosa, finalmente, Gianluca ha ricongiunto ciò che è con ciò che vuole fare.
“Oggi ho scelto di intraprendere questa nuova via per entrare completamente nel mondo dell’agricoltura. Ma non perché il mio lavoro non mi abbia regalato delle soddisfazioni economiche e fatto raggiungere risultati anche importanti ma perché voglio concentrarmi maggiormente in cose che amo fino in fondo”.
Ma Gianluca dal lavoro ha appreso anche un altro importante insegnamento, il lavorare in gruppo.
“Lottare uniti” rappresenta il mantra di Gianluca che lo ha spinto ad entrare anima e corpo nel progetto La Rabiosa.
“Un progetto nato da molto lontano. La campagna è sempre stata nel nostro DNA, mio papà era del ‘36 molto amico di Santo e per questo comprendo perfettamente la sua filosofia e l’ho voluta abbracciare appieno”.
“Per questa ragione già i miei primi pochi guadagni li investii in terreni agricoli, perché per me erano il valore fondante della vita, le origini da cui partire e a cui tornare. Anche quando mi contestavano e mi domandavano perché non investivo in beni di lusso, io non ho mai avuto dubbi”.
“Oggi con tanta umiltà mi sono reso disponibile nel progetto de La Rabiosa. Sono convinto che la nostra sia una grande squadra con un progetto importante sia per noi che per la nostra terra. Io sono pronto a portare avanti questa iniziativa da buon gregario”.
Gianluca Morello
“Voglio entrare completamente nel mondo dell’agricoltura. Ma non perché il mio lavoro non mi abbia regalato delle soddisfazioni ma perché voglio concentrarmi maggiormente in cose che amo fino in fondo.”
Il “Falegname predestinato” del gruppo. “Subito in tenera età, come tutti i figli dei falegnami della zona, sono stato inserito in falegnameria a fare mobili e da quel giorno non ha mai abbandonato il settore”.
Ma la vita non è mai come appare.
“Questo mondo, però, non mi è mai appartenuto o meglio, non mi ha mai reso completo”.
E con La Rabiosa, finalmente, Gianluca ha ricongiunto ciò che è con ciò che vuole fare.
“Oggi ho scelto di intraprendere questa nuova via per entrare completamente nel mondo dell’agricoltura. Ma non perché il mio lavoro non mi abbia regalato delle soddisfazioni economiche e fatto raggiungere risultati anche importanti ma perché voglio concentrarmi maggiormente in cose che amo fino in fondo”.
Ma Gianluca dal lavoro ha appreso anche un altro importante insegnamento, il lavorare in gruppo.
“Lottare uniti” rappresenta il mantra di Gianluca che lo ha spinto ad entrare anima e corpo nel progetto La Rabiosa.
“Un progetto nato da molto lontano. La campagna è sempre stata nel nostro DNA, mio papà era del ‘36 molto amico di Santo e per questo comprendo perfettamente la sua filosofia e l’ho voluta abbracciare appieno”.
“Per questa ragione già i miei primi pochi guadagni li investii in terreni agricoli, perché per me erano il valore fondante della vita, le origini da cui partire e a cui tornare. Anche quando mi contestavano e mi domandavano perché non investivo in beni di lusso, io non ho mai avuto dubbi”.
“Oggi con tanta umiltà mi sono reso disponibile nel progetto de La Rabiosa. Sono convinto che la nostra sia una grande squadra con un progetto importante sia per noi che per la nostra terra. Io sono pronto a portare avanti questa iniziativa da buon gregario”.
Alessio Frison
“Facciamo le cose perché ci crediamo.”
Una laurea in economia all’Università di Bologna e dieci anni di lavoro in uno studio di commercialisti ad occuparsi di rendicontazioni per un ente di formazione.
“Non era il lavoro per me anche se ci ho messo, come in tutte le cose che faccio, il massimo dell’impegno”.
“Ma già mentre lavoravo nello studio tornavo a casa alla sera e nei week-end per occuparmi dell’azienda agricola di famiglia che stava diventando sempre più grande”.
“L’impegno nel lavoro è scritto nel mio dna. Provengo da una famiglia di agricoltori. Siamo quattro fratelli e anche gli studi me li sono sempre dovuti pagare con il lavoro.”
L’azienda è ad indirizzo cerealicolo-zootecnico (bovini da carne) ma il vigneto è sempre stato presente.
Produrre uva è sempre stato presente nella vita di Alessio.
“Fino ad oggi, però, la nostra produzione era legata al confezionamento a delle cantine che ci hanno garantito in questi anni una sostenibilità economica. Ma ho sempre sentito il richiamo di completare noi la filiera produttiva e per questo non ho fatto fatica a sposare il progetto La Rabiosa”.
Ma anche per Alessio il progetto La Rabiosa non ha “solo” una natura economica.
“La tutela della mia terra è sempre stato un obiettivo per me fondamentale, direi vitale. Un obiettivo che è diventato ancora più importante dopo la nascita delle mie tre figlie alle quali vorrei lasciare una terra migliore di quella attuale”.
“Siamo ambiziosi è vero. Sogniamo che nel nostro piccolo possiamo dare un contributo per fare rimanere i giovani nel nostro territorio. Un territorio dal quale oggi scappano, Se nessuno fa nulla rischiamo che tra vent’anni in queste terre non ci sia più nessuno. Anche per questo noi abbiamo deciso di scendere in campo, o meglio in vigna”.
Alessio Frison
“Facciamo le cose perché ci crediamo.”
Una laurea in economia all’Università di Bologna e dieci anni di lavoro in uno studio di commercialisti ad occuparsi di rendicontazioni per un ente di formazione.
“Non era il lavoro per me anche se ci ho messo, come in tutte le cose che faccio, il massimo dell’impegno”.
“Ma già mentre lavoravo nello studio tornavo a casa alla sera e nei week-end per occuparmi dell’azienda agricola di famiglia che stava diventando sempre più grande”.
“L’impegno nel lavoro è scritto nel mio dna. Provengo da una famiglia di agricoltori. Siamo quattro fratelli e anche gli studi me li sono sempre dovuti pagare con il lavoro.”
L’azienda è ad indirizzo cerealicolo-zootecnico (bovini da carne) ma il vigneto è sempre stato presente.
Produrre uva è sempre stato presente nella vita di Alessio.
“Fino ad oggi, però, la nostra produzione era legata al confezionamento a delle cantine che ci hanno garantito in questi anni una sostenibilità economica. Ma ho sempre sentito il richiamo di completare noi la filiera produttiva e per questo non ho fatto fatica a sposare il progetto La Rabiosa”.
Ma anche per Alessio il progetto La Rabiosa non ha “solo” una natura economica.
“La tutela della mia terra è sempre stato un obiettivo per me fondamentale, direi vitale. Un obiettivo che è diventato ancora più importante dopo la nascita delle mie tre figlie alle quali vorrei lasciare una terra migliore di quella attuale”.
“Siamo ambiziosi è vero. Sogniamo che nel nostro piccolo possiamo dare un contributo per fare rimanere i giovani nel nostro territorio. Un territorio dal quale oggi scappano, Se nessuno fa nulla rischiamo che tra vent’anni in queste terre non ci sia più nessuno. Anche per questo noi abbiamo deciso di scendere in campo, o meglio in vigna”.
Gianni Boggian
“Dalle cose semplici si ricavano le cose di maggiore personalità.”
Gianni ha due figli e una passione da sempre “fare il vino”.
“Ho sempre lavorato in settori totalmente diversi da quello vitivinicolo ma ho sempre avuto la passione, il desiderio di produrre vino”.
La coltivazione della vite ha sempre accompagnato la vita di Gianni.
“all’interno della mia famiglia c’è sempre stato un vigneto. L’avevamo anche dietro casa, ha sempre fatto parte del paesaggio della mia vita”.
Durante la sua giovinezza Gianni è “Costretto” alle classiche scelte obbligate, dettate dalla famiglia, dalle necessità “ma con l’ingresso nella mia fase matura la passione ha prevalso, per fortuna”.
“Il progetto La Rabiosa mi riporta alle cose semplici, quelle fatte senza forzature, perché sono quelle che mi riportano alle mie origini, quanto ho iniziato a farle e ad essere facile di farle. Dalle cose semplici si ricavano le cose di maggiore personalità”.
Anche per Gianni la vigna e il vino ha da sempre rappresentato un sogno da realizzare.
“Un sogno che si è fatto sempre più reale e che nel tempo ha acquisito sempre più valori, anche etici.”
“Ma La Rabiosa per me oggi rappresenta anche una scommessa con la quale mi sono voluto mettere in gioco per me e la mia terra”.
Gianni Boggian
“Dalle cose semplici si ricavano le cose di maggiore personalità.”
Gianni ha due figli e una passione da sempre “fare il vino”.
“Ho sempre lavorato in settori totalmente diversi da quello vitivinicolo ma ho sempre avuto la passione, il desiderio di produrre vino”.
La coltivazione della vite ha sempre accompagnato la vita di Gianni.
“all’interno della mia famiglia c’è sempre stato un vigneto. L’avevamo anche dietro casa, ha sempre fatto parte del paesaggio della mia vita”.
Durante la sua giovinezza Gianni è “Costretto” alle classiche scelte obbligate, dettate dalla famiglia, dalle necessità “ma con l’ingresso nella mia fase matura la passione ha prevalso, per fortuna”.
“Il progetto La Rabiosa mi riporta alle cose semplici, quelle fatte senza forzature, perché sono quelle che mi riportano alle mie origini, quanto ho iniziato a farle e ad essere facile di farle. Dalle cose semplici si ricavano le cose di maggiore personalità”.
Anche per Gianni la vigna e il vino ha da sempre rappresentato un sogno da realizzare.
“Un sogno che si è fatto sempre più reale e che nel tempo ha acquisito sempre più valori, anche etici.”
“Ma La Rabiosa per me oggi rappresenta anche una scommessa con la quale mi sono voluto mettere in gioco per me e la mia terra”.
Il nostro più grande obiettivo è quello di dare nuova vita al nostro territorio, che ci ha visti nascere e mettere radici.